Si sa, la Puglia è una terra gastronomicamente seducente. Ha una tale varietà di materie prime e di ricette tramandate di generazione in generazione da riuscire a conquistare chiunque, anche noi che ne abbiamo ogni giorno un incontro ravvicinato.


A casa siamo soliti preparare vere e proprie delizie dolci e salate che prevedono la frittura. Panzerotti, lampascioni, fiori di zucca ripieni, chiacchiere (ecco qui la ricetta), cartellate, pettole… va beh mi fermo, l’elenco sarebbe davvero lungo e l’acquolina sta prendendo il sopravvento.


Vi ho già spiegato come friggere con l’olio extra vergine di oliva, ma vi siete mai chiesti come smaltire l’olio utilizzato per la frittura?


Non va assolutamente versato nel lavandino o in qualunque altro scarico. Non va neppure buttato nell’organico o nel terreno. L’olio domestico esausto è altamente inquinante, rende l’acqua non potabile e impoverisce la terra.


Cosa fare, dunque? Ora ve lo dico!


Innanzitutto lasciamo raffreddare l’olio extra vergine di oliva utilizzato per friggere, poi lo versiamo, di volta in volta, in bottiglie o recipienti di plastica. Quando ne avremo accumulato una discreta quantità lo portiamo all’isola ecologica della nostra città o ci informiamo circa le modalità di raccolta attivate presso il nostro comune di residenza.


L’accortezza da seguire è quella di filtrare l’olio prima di travasarlo dalla padella nelle bottiglie. I resti alimentari vanno tamponati con un foglio di carta assorbente e differenziati nell’organico.


Il momento dello smaltimento dell’olio esausto è davvero importante, non dimenticatelo. Inoltre vi sono aziende altamente specializzate che utilizzano gli oli domestici esausti per ricavare lubrificanti vegetali per macchine agricole, biodiesel e glicerina per saponificazione.


Questi piccoli gesti, che si rivelano grandi per la tutela dell’ambiente, renderanno la nostra frittura ancora più buona!