Con il passare del tempo mi sono resa conto che la raccolta delle olive è un rito che i più hanno conosciuto attraverso i racconti dei nonni o attraverso le letture fatte su libri e blog. Pochi sono coloro che hanno vissuto direttamente questa esperienza che, seppure soddisfacente, richiede pazienza, resistenza, forza e abilità.

Diverse volte ho trattato questo argomento descrivendone le fasi salienti, ma oggi voglio parlarne in maniera diversa, ponendoti tre semplici domande, di cui ti fornirò altrettante risposte che ti permetteranno di conoscere questa attività che in Puglia, tutt’oggi, coinvolge intere famiglie trasformandosi, in alcuni momenti, in una vera e propria festa.

La stesura dei panni. Quanti se ne utilizzano solitamente per ciascun albero?

Se non hai mai visto i panni che si utilizzano durante la raccolta delle olive, forse ti verrà spontaneo rispondere con un numero molto più alto rispetto a quello reale. Sono davvero molto grandi e per non disperdere le olive, di solito, sono sufficienti due panni pienamente distesi nella maniera corretta.

In base alla portata fruttifera dell’albero e all’ampiezza della sua chioma, i due panni possono essere distesi entrambi per il lungo o per il largo, l’importante è che siano molto vicini all’apparato radicale fino ad avvolgerlo. Questo dettaglio è importante, sai perché? Le olive cadono sui panni prendendo, a volte, direzioni inaspettate e in alcuni casi finiscono proprio accanto all’apparato radicale. Se i panni vengono ben posizionati e non si lasciano aree scoperte in prossimità della base dell’albero, le olive non andranno disperse e non si sarà costretti a raccoglierle dal terreno.

Quali sono gli attrezzi tipici della raccolta manuale delle olive?

La raccolta delle olive può avvenire con l’ausilio di strumenti meccanici (abbacchiatori, ganci scuotitori, ecc.), ma in Puglia resta ancora molto diffusa la raccolta manuale: questa tendenza la si deve soprattutto all’enorme presenza di oliveti non troppo estesi e a gestione prettamente familiare.

Per raccogliere le olive sono indispensabili le verghe, ovvero dei lunghi bastoni (in legno o in alluminio) con i quali si scuotono i rami degli olivi determinando così la caduta delle olive sui panni. Un altro attrezzo molto utile è il rastrello: viene usato per “pettinare” i rami dell’olivo. Il passaggio del rastrello sui rami fa distaccare delicatamente le olive, che altrettanto delicatamente ricadono sui panni. Il rastrello può anche essere applicato all’estremità della verga per raggiungere i rami più alti.

Quando si conducono le olive al frantoio?

La risposta a questa domanda è davvero facile. Se non sei nuovo alla lettura del mio blog saprai bene che le olive vanno portate in frantoio immediatamente e, sempre immediatamente, vanno frante. Questa è una regola fondamentale per ottenere un olio extra vergine di oliva di qualità e con tutte le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutrizionali di cui è prezioso custode. Ecco perché quando termina la giornata lavorativa in campagna, ci si sposta prontamente in frantoio portando con sé il frutto del lungo lavoro svolto fra gli olivi. Quindi, carrello pieno e famiglia giuliva si avviano verso il frantoio curiosi di conoscere quanti quintali di olive sono stati raccolti.