Fine anni 90. A marzo in Puglia si stava, e si sta, decisamente bene. Pensa un po’ che in alcune giornate proviamo già l’ebrezza di indossare t-shirt a maniche corte, gonnelline e pantaloncini. C’è addirittura un detto che recita “Ce marze affile è megghje de aprile”, ovvero il bel tempo di marzo può essere più piacevole di quello di aprile nonostante quest’ultimo sia più prossimo all’estate.

Girolamo si stava godendo il sole caldo di una domenica di marzo, osservava le api danzare e si divertiva a far passeggiare le coccinelle sulle sue mani facendole roteare per far sì che non si ritrovassero mai a testa in giù. Era rapito dalla natura e dalla sua armonia. Un equilibrio dinamico che lo affascinava al punto da fargli dimenticare di dover completare i compiti per il giorno successivo.

Mia madre lo richiamò al dovere e Girolamo, sbuffando, si precipitò in casa per iniziare a studiare. Sfogliando il diario ebbe un coccolone e il suo viso si fece pallido. Fra i vari compiti da portare a termine ce n’era uno che sicuramente richiedeva più impegno di tutti. L’indomani sarebbe stata la Festa del Papà e la maestra aveva deciso di lasciare che fossero gli alunni a realizzare un pensierino originale da regalare ai loro super eroi.

- «Perché, perché, perché la maestra non ci ha dato un disegno da colorare o da ritagliare? Sarebbe stato tutto più semplice!» - esclama irritato Girolamo rivolgendosi alla mamma che, intanto, sorride divertita.

- «Girolamo, hai avuto più di una settimana per realizzare il tuo lavoretto. Il problema è che ti riduci sempre all’ultimo momento. Conosci bene tuo padre e i suoi gusti. Sai cosa lo rende contento e soddisfatto di avere un figlio come te. Impegnati un pochino, qualcosa ti verrà in mente».

Girolamo mette il broncio, io osservo la scena dall’orticello mentre raccolgo i carciofi. Adoravo farlo, mi metteva serenità e soprattutto avevo la possibilità di starmene un po’ da sola con i miei pensieri. Però Girolamo aveva proprio un’espressione grigia, ero dispiaciuta per lui perché l’ansia lo stava assalendo. A cosa servono le sorelle se non a trovare soluzioni e a confortare lo spirito?

- «Mai buttarsi giù, Girò. Io un’idea ce l’ho e in un paio di ore dovremmo completare tutto. Mamma, ci servirà il tuo aiuto!».

- «A disposizione!» - risponde prontamente la mia mamma.

- «Grazie Lucia! Come farei senza di te? Iniziamo!» - risponde Girolamo sollevato.

Finisco di raccogliere i carciofi: ho creato un bel bouquet di fiori che virano verso il viola. Quanto amo questo ortaggio! Chiedo a mamma di pulirli e di metterli nell’acqua acidulata con il limone per non farli annerire. Gli spicchi di carciofi galleggiano leggiadri a filo d’acqua. Quanta poesia in questa preparazione.

Girolamo ha il compito di creare un’etichetta per i carciofi sott’olio fatti in casa. Deve fare un disegno e scrivere una frase di auguri per il nostro papà. Gli piace disegnare ed è anche un bravo paroliere, gli ho dato un compito che è nelle sue corde.

Io intanto riempio una pentola di acqua e aceto che mamma metterà sul fuoco per portarla a bollore. Siamo una squadra meravigliosa!

I carciofi sono ormai cotti e mentre mamma li fa sgocciolare e raffreddare, io prendo i vasetti in vetro e li dispongo ordinatamente sul tavolo così possiamo riempirli più velocemente.

- «Girò, hai finito? Noi stiamo andando alla grande. Abbiamo quasi terminato».

Girolamo ci guarda felice, ma in un battibaleno la sua espressione si fa preoccupata.

- «Ma quanti vasetti devo regalare a papà? Io ho fatto solo un’etichetta» - dice Girolamo a fil di voce.

- «Stai tranquillo, Girò. I carciofi piacciono anche a noi, mica solo a papà. Il suo vasetto sarà diverso perché avrà l’etichetta realizzata da te, gli altri vasetti possono rimanere senza etichetta, ciò che conta è il contenuto squisito».

Sul volto di Girolamo torna a splendere il sorriso, la sua creazione è davvero bella. Papà ne sarà orgoglioso.

Scegliamo il vasetto più grande, quello panciuto, lo riempiamo di carciofi, pezzetti di aglio, un po’ di sedano e tanto tanto olio extra vergine di oliva prodotto dal nostro papà. Girolamo ci applica soddisfatto il disegno appena terminato, lo fa con cura aiutandosi con del nastro adesivo. Il risultato è strepitoso.

L’indomani mattina, a pranzo, Girolamo sistema il vasetto di carciofi sott’olio in corrispondenza del posto a tavola dove era solito sedersi nostro padre. Sull’etichetta un cuore rosso e una scritta nitida in stampatello:

I carciofi hanno il cuore tenero… ma mai quanto il tuo.
Ti voglio bene.
Girolamo.

Ricordo bene la reazione di nostro padre. Rimase senza parole e strinse al petto Girolamo che in pochi istanti si fece piccolo piccolo fra le sue braccia.