Si sa, gestire un oliveto richiede impegno e conoscenza. Essendo nata in una famiglia che da generazioni coltiva olivi e produce olio extra vergine di oliva nel frantoio di proprietà, ho acquisito con il tempo una certa esperienza in fatto di olive e ho appreso tantissimo osservando e seguendo “sul campo” mio padre e tutti i collaboratori che permettono alla nostra realtà di continuare a essere punto di riferimento di piccoli e grandi produttori, nonché di clienti nuovi e fidelizzati.
Fatta questa doverosa premessa, passo a spiegare brevemente quali sono le pratiche da seguire se si vuole incrementare la quantità e la pezzatura delle olive delle proprie piante di olivo. Si tratta di consigli molto semplici che rispettano l’ambiente e le piante, sostenendone la crescita sana e naturale. Ecco i miei consigli!
1. Effettua ogni anno la potatura di produzione
Il primo consiglio riguarda, per l’appunto, la potatura di produzione. Questa potatura va eseguita tutti gli anni più o meno a fine febbraio, quindi in inverno, e serve a eliminare i rami troppo lunghi, i rami spezzati (anche in seguito alla raccolta delle olive), i succhioni e i polloni. Rimuovendo questi rami, che potremmo definire “superflui”, creeremo delle chiome meno fitte: ciò significa che aria e luce potranno penetrare maggiormente e che le foglie potranno attivare più facilmente il processo di fotosintesi clorofilliana. Insomma, le piante ne trarranno giovamento e con esse le foglie e le future olive che cresceranno più grandi e anche più copiose.
2. Irriga gli oliveti ad agosto e settembre
Proprio così, gli olivi in questi mesi prelevano energie e nutrimento dal terreno e li distribuiscono alle olive ancora piccoline. Se in questo periodo le piante vanno in sofferenza, le olive non traggono nutrimento, non crescono, restano piccole o addirittura cascano dai rami. Per questo, nonostante le piante delle olive non amino il ristagno idrico e siano molto resistenti alla siccità, è necessario annaffiarle nel periodo di agosto e settembre quando le piogge, quasi in tutta Italia, scarseggiano. Inoltre, in questo periodo l’acqua è essenziale per l’inolizione, processo che determina lo sviluppo di lipidi nella polpa delle olive e ne determina la resa in olio. Ho trattato la fase dell’inolizione in un precedente articolo che puoi trovare qui.
Ma se non si ha a disposizione una riserva idrica e/o un impianto di irrigazione come si può fare? Ed ecco che ti svelo il terzo consiglio, utile proprio a mettere in pratica il suggerimento appena descritto.
3. Non arare il terreno che si trova sotto alle chiome e in prossimità delle radici degli olivi
Proprio così. Sulla superficie del terreno, in corrispondenza delle chiome, è presente una vasta rete di piccolissimi “canali” in grado di veicolare l’umidità a tutta la pianta. Quindi, se andassimo ad arare quella porzione di terreno andremmo a rompere quei capillari e ad annullare la loro funzione di “portatori di acqua”. Per questo, limitati a tagliare l’erba e a lasciarla adagiata sul terreno. In questo modo, non solo le piante riusciranno a fare tesoro dell’umidità o della rugiada che lambisce il terreno, ma l’erba seccando e marcendo si trasformerà in sostanza organica ricca di nutrimenti utili per le piante e per la crescita delle olive.
A questi consigli, vanno sicuramente aggiunti tanta passione, esperienza e un pizzico di sacrifici, ma ti assicuro che le soddisfazioni regalate da un raccolto copioso e sano, da cui viene prodotto un olio extra vergine di qualità apprezzato in tutto il mondo, sono impagabili!